Cultura della pietra salentina territorio di Ugento pietra leccese

Cultura della pietra salentina

(a cura del dott. Roberto Maruccia)

Passeggiando nel territorio di Ugento, variegato nella sua componente geomorfologica, spesso si incontrano oltre ai piccoli boschi, alle piantagioni di olivo, vigneto e grano, delle distese aree di cave a cielo aperto, presenti anche lungo le serre dove maggiore è la componente rocciosa.
Queste, (composte nella maggior parte da calcare compatto del cretaceo superiore) da sempre hanno rappresentano una fonte di approvvigionamento di materia prima, ossia dei blocchi, utilizzati nelle diverse costruzioni.


Cava pietra salentina
Cava di pietra leccese

Sulla base di uno studio attento, è possibile effettuare una cronologia dell’utilizzazione di queste. Tra le più antiche ancora visibili, annoveriamo quelle poste non molto lontano dal centro abitato di Ugento, lungo la strada per Casarano, il cui uso si fa risalire al IV / III sec. a.C. e quelle di Torre San Giovanni, localizzabili lungo la strada che porta al centro abitato, in località Muccuso, verosimilmente adoperate per l’estrazione di grossi blocchi adoperati per la costruzione di muraglioni, alcuni molto vicini a questa.
Per tutto il territorio di Ugento però, sono presenti molte altre cave risalenti all’inizio del secolo scorso.
Di epoca recente sono le cave di località Mennole, utilizzate fino a pochi decenni fa e quelle di località Muccuso, famose queste per la loro durezza.


Trullo
Trullo

Sin dalle origini dello stanziamento della popolazione sul territorio, le risorse primarie per il sostentamento dell’uomo, hanno rappresentato un’indispensabile esigenza; a queste si aggiunge l’interesse alla reperibilità di materie prime per la trasformazione.


A conferma dell'importanza materiale della pietra nella nostra cultura, distribuite nelle splendide campagne di Ugento, si possono ammirare numerose costruzioni in pietra a secco: i depositi agricoli, le abitazioni rurali e i muretti che fungono da divisioni agrarie, limiti comunali e recinzioni private.
Con il termine Trullo, dalla radice "tor-tar", che da l'idea della rotondità, si intendono le variegate strutture abitative rurali in pietra della Puglia settentrionale.


Trullo
Trullo - forma composita

Nella penisola salentina, e cioè a sud, il termine Trullo viene sostituito con “Caseddhu”, o “Pajaro”, che oltre al nome si differenzia rispetto al primo anche dalla sua tipologia costruttiva. Resta invariato, però, il loro impiego come alloggio dei contadini, a volte soltanto stagionalmente, o come deposito e custodia di attrezzature agricole. A proposito delle sue origini, fonti storiche ci informano di una loro diffusone nel nostro territorio soltanto intorno al 1700, con una maggiore diffusione tra il 1800 e il secolo scorso.


Il muro a secco, nella moltitudine del suo utilizzo, affonda le sue radici in epoche molto più remote. La maggior parte sono composti di due cortine esterne in blocchi più o meno grandi, adagiati tra loro e riempiti di materiale di fattura minuta, come il pietrisco e la tutina, detta ad Emplecton.
Nei sistemi di divisione agraria romani, la presenza del muretto a secco è preponderante nella realizzazione delle sottodivisioni delle assi di centuriazione, che ancora oggi ad Ugento sono una concreta testimonianza. I cippi di confine sono un esempio di quelli realizzati al seguito della riforma agraria del 1850.
Nei sistema di difesa, ricordando l’origine messapica di Ugento, è possibile ancora oggi ammirare la porzione ancora in piedi di località Porchiano del IV sec. a.C. Nei suoi quattrocento metri di lunghezza e sei metri di altezza, rappresentala l’ultimo baluardo del più imponente sistema difensivo di tutta la civiltà messapica.

Mura messapiche
Mura messapiche. Località Porchiano